Successo italiano al Congresso europeo di reumatologia
Le malattie reumatiche rappresentano una delle prime cause di disabilità nel mondo (46-54% dei casi, secondo gli studi); fino ad oggi la medicina è riuscita a fornire una soluzione solo parziale a questo tipo di patologie, che sono in genere controllabili per quanto riguarda il dolore, ma ancora poco curabili all’origine.
Esistono dei medicinali che regolano le funzioni del sistema immunitario compromesse nelle malattie reumatiche autoimmuni (artrite reumatoide, lupus, sclerodermia ecc.), o ancora vengono in aiuto le biotecnologie con farmaci in grado di inibire le molecole che svolgono un ruolo cruciale nell’infiammazione. Queste sono tutte terapie che, come detto, non vanno a risolvere il problema all’origine ma ne alleviano le conseguenze (dolore e infiammazione), per cui in questo campo la ricerca è di fondamentale importanza per risultati sempre migliori.
A EULAR 2011, il congresso europeo di reumatologia, che quest’anno si è svolto a Londra, dopo la Gran Bretagna, padrone di casa, l’Italia è stato il Paese con il maggior numero di progetti di ricerca accettati su ben 127 nazioni partecipanti e 16.080 congressisti; una seconda posizione che conferma i successi delle due passate edizioni del congresso annuale EULAR: il primato ottenuto a Copenaghen nel 2009 e ripetutosi l’anno successivo a
Roma.
«Il ruolo rivestito dall’Italia in reumatologia a livello internazionale è sempre più rilevante – conferma il prof. Maurizio Cutolo, incoming President dell’EULAR – lo testimoniano i numeri emersi all’ultimo congresso europeo, dove la presenza di progetti portati avanti dai nostri ricercatori, in questa come nelle passate edizioni, é stata preponderante ed orientata in differenti direzioni confermando una vivacità di interessi e competenze. Un risultato importantissimo, non soltanto per il nostro settore, ma anche per la Ricerca italiana in senso lato: un dato che ci preme sottolineare è stata infatti la forte partecipazione di giovani medici italiani invitati a presentare i propri contributi a Londra. Ci auguriamo che tale successo sensibilizzi ancora di più le istituzioni e la comunità al sostegno concreto della Ricerca, che nel nostro Paese produce risultati tangibili e riconosciuti internazionalmente, ma concretamente è scarsamente supportata.
Nei prossimi 6 anni, sfruttando la posizione di Presidenza (streering committee) nell’EULAR, cercherò di formare e buttare in lizza con la collaborazione della Società Italiana di Reumatologia una giovane squadra italiana pronta a prendere la staffetta per mantenere anche nel futuro le eccellenti posizioni attualmente raggiunte. In altre parole, è tempo anche per l’Italia di adottare tattiche agonistico/sportive per sfruttare l’esperienza e l’avvio di chi ha preceduto nei successi» conclude il “trainer” prof. Cutolo.
Comunicazione FIRA Onlus, Fondazione italiana per la Ricerca sull’Artrite