Il Giappone dice “no” ai sacchetti di plastica!
Anche il Giappone si oppone all’utilizzo dei sacchetti di plastica.
A partire già dallo scorso luglio, infatti, il Giappone ha introdotto il pagamento dei sacchetti di plastica monouso in tutti i negozi del paese.
L’intento, come si può immaginare, è quello di ridurre l’utilizzo della plastica e di fare passi avanti verso la sostenibilità.
Difatti, a distanza di qualche mese, è stato dimostrato che i più grandi minimarket di Tokyo hanno registrato una riduzione del 75% dei sacchetti di plastica.
Addirittura, un grande supermercato, chiamato Akidai Sekimachi Honten, ha visto una riduzione dell’80 %!
I contro
Non tutti i commercianti, però, risultano entusiasti di questa nuova iniziativa.
Essi, infatti, sostengono che c’è stato un aumento dei furti, dato che le persone possono più facilmente nascondere gli oggetti rubati nelle loro borse della spesa riutilizzabili.
Inoltre, sono numerosi i casi di clienti che lasciano il supermarket con i cesti della spesa per non pagare i pochi centesimi per avere la busta di plastica.
Alcuni proprietari dei negozi affermano, infatti, che con l’introduzione di questa nuova norma si stanno ritrovando addirittura a sostenere costi maggiori.
La soluzione
Per far fronte a questo aumento dei taccheggi, un gruppo no-profit in Giappone, ha creato un regolamento da utilizzare circa le borse riutilizzabili.
Il regolamento obbliga, così, i clienti a tenere le loro borse riutilizzabili chiuse sul fondo del carrello e ad utilizzarle solo una volta arrivati alla cassa.
Questa abitudine sarebbe, tra l’altro, anche più igienica in questo periodo di allarme Covid, considerato che non è mai consigliabile mettere articoli non acquistati in una borsa personale.
Inoltre, i clienti devono tenere chiuse le borse che hanno utilizzato per l’acquisto di prodotti in altri negozi.
Sebbene, quindi, per ora ci siano ancora delle criticità e degli ostacoli da superare, fa bene sapere che quest’iniziativa sta sempre più prendendo piede.
È importante, infatti, proseguire con quest’iniziativa per frenare l’inquinamento globale che non ci sta “rubando” prodotti in un supermercato, bensì la nostra bellissima natura.