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Aminoacidi ramificati: cosa sono e a che cosa servono

Redazione
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Gli aminoacidi ramificati, noti come BCAA, sono fondamentali per la regolazione del metabolismo proteico e sono particolarmente attivi nel tessuto muscolare.

Il corpo non è in grado di sintetizzarli autonomamente, pertanto devono essere introdotti nell’organismo attraverso l’alimentazione oppure con appositi integratori

Cosa sono gli aminoacidi ramificati?

Gli aminoacidi ramificati (BCAA), che includono la leucina, l’isoleucina e la valina, sono quelli che svolgono un ruolo fondamentale nella sintesi proteica muscolare e nel metabolismo energetico.

La loro caratteristica principale è che la degradazione iniziale non avviene nel fegato, come accade per la maggior parte degli aminoacidi, ma nel muscolo scheletrico. Questo è dovuto all’enzima responsabile della loro degradazione, denominato BCAT (Branched-Chain Aminotransferase), che presenta una bassa attività nel fegato ma elevata nel tessuto muscolare.

Per questa ragione, dopo l’assunzione per via orale, i BCAA aumentano rapidamente nella circolazione sistemica e diventano immediatamente disponibili per i muscoli.

Cosa servono gli aminoacidi ramificati?

Molte persone assumono aminoacidi ramificati per migliorare le performance, questi, infatti, vengono proposti per contrastare l’affaticamento fisico, migliorare la concentrazione e le prestazioni atletiche in generale. La loro assunzione, inoltre, garantisce la riduzione della perdita di massa muscolare durante le sessioni di allenamento.

Oltre a essere utili per lo svolgimento di attività fisica, l’assunzione di aminoacidi ramificati viene proposta anche per problemi associati a malattie del fegato, discinesia tardiva, per la perdita dell’appetito in persone anziane con insufficienza renale oppure per pazienti oncologici.

Dove trovare gli aminoacidi ramificati

Gli aminoacidi ramificati si trovano abbondantemente in diversi alimenti, specialmente quelli di origine animale. Pollo, manzo, maiale, coniglio, tacchino, selvaggina ecc. sono ricchi di questi nutrienti essenziali, ma non solo.

Infatti, anche le carni lavorate, come prosciutto crudo e cotto, bresaola e roast beef, contribuiscono significativamente all’apporto di amminoacidi ramificati.

Fonti altrettanto importanti sono il latte e i suoi derivati, i prodotti ittici (calamaro, seppia polpo, cozze, ostriche, pesce azzurro, pesce bianco ecc.) e le uova di diversi volatili, tra cui quaglia, struzzo, tacchino e le comuni uova di gallina. Nei legumi e nei cereali le quantità di BCCA, invece, non sono sufficienti a soddisfare le esigenze quotidiane dell’organismo.

Le dosi e le modalità di utilizzo 

L’uso degli integratori di aminoacidi ramificati è molto diffuso, specie nel contesto sportivo. Generalmente il dosaggio più diffuso è quello di 1 grammo ogni 10 kg del proprio peso corporeo. A essere precisi, in realtà, le linee guida ministeriali riportano, come dose giornaliera massima consigliata, cinque grammi. Per andare sul sicuro, potrebbe essere una buona idea chiedere un parere al proprio medico di fiducia. Per quanto concerne le modalità di assunzione di questi aminoacidi, generalmente in ambito sportivo viene frazionata in due momenti: 

  • Razione antecedente all’allenamento: dose necessaria per ridurre il catabolismo associato allo sforzo fisico e a ridurre la sensazione di stanchezza che si avverte durante la sessione di allenamento normalmente; 
  • Razione post allenamento: utile per poter sostenere la ripresa funzionale e strutturale dei muscoli a seguito dello sforzo fisico, ottimizzando così la fase di recupero fisico. 

A prescindere dalla modalità di assunzione di questi aminoacidi, è bene ricordarsi qual è la dose massima raccomandata per ogni giorno. 

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