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Quali fiori servono per fare l’Acqua di San Giovanni?

Giuliana Mele
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Da quando sono piccola sono rimasta sempre affascinata dalle tradizioni che le generazioni precedenti ci hanno lasciato come eredità. Tra queste, una delle mie preferite è senza dubbio la preparazione dell’Acqua di San Giovanni nella notte tra il 23 e il 24 giugno.

Ricordo mia nonna svegliarsi all’alba con un sorriso pieno di entusiasmo, con quella ciotola in vetro ricca di colori. Le sue parole riecheggiano ancora dentro di me: “Questa acqua porta con sé la magia dell’estate e il potere purificante della natura”.

C’è chi fa l’Acqua di san Giovanni da sempre, e chi vorrebbe provare a farla ma non sa da dove iniziare né che fiori preparare. Per toglierci ogni dubbio, oggi vedremo insieme tutte queste cose.

Perché nell’occasione di San Giovanni si fa l’acqua

La notte di San Giovanni, che segna la nascita di San Giovanni Battista, è da sempre circondata da un’aura di mistero e di magia. Non è un caso che molte culture celebrino questa particolare notte come un momento di passaggio, un punto di connessione tra il mondo visibile e quello invisibile.

La tradizione dell’Acqua di San Giovanni nasce proprio per sfruttare le energie uniche di questo periodo, creando un liquido che si crede sia in grado di purificare, proteggere e portare energia positiva. Si raccolgono i fiori che sbocciano in questo periodo dell’anno, ognuno con le proprie proprietà benefiche, per poi lasciarli in acqua che “catturerà” le loro essenze durante la notte dedicata al santo.

Quali fiori sono tipici di questa tradizione

La scelta dei fiori è essenziale nella preparazione dell’Acqua di San Giovanni. E la tradizione vorrebbe dei fiori precisi, che ora vedremo insieme.

Tra i più ricercati c’è senza dubbio l’iperico, noto anche come erba di San Giovanni, che si dice abbia proprietà protettive contro le energie negative. La rosa, simbolo universale di bellezza e amore, porta la sua profonda energia femminile. Non possono mancare poi la lavanda, con le sue note rilassanti e purificanti, la margherita, simbolo di innocenza, la calendula, per le sue proprietà lenitive, e il fiordaliso, con il suo blu che richiama la serenità del cielo.

Ma so bene che non tutti hanno la possibilità di avere un giardino o vivono vicino a luoghi dove è possibile raccogliere una grande varietà di fiori selvatici. Ma la bellezza dell’Acqua di San Giovanni sta proprio nella sua semplicità e nella personalizzazione. Anche con un singolo tipo di fiore (se per esempio avete solo i petali delle rose), potete comunque preparare questa acqua speciale. L’importante è mettere nel rito tutto il vostro amore e rispetto per la natura, pensando alle proprietà del fiore che state usando e a come queste possano arricchire la vostra vita.

Come si prepara l’Acqua di San Giovanni

Nel corso di questi giorni vedremo la preparazione dell’Acqua di San Giovanni nel dettaglio. Ma vi inizio a dare i passaggi fondamentali da seguire:

  1. la mattina del 23 giugno, raccogliete con cura i fiori desiderati, cercando di mantenere un atteggiamento di gratitudine verso la natura;
  2. riempite una ciotola preferibilmente di vetro o ceramica con acqua pura — idealmente di fonte, ma va bene anche quella filtrata, e immergetevi i fiori;
  3. posizionate la ciotola all’aperto in un luogo dove possa essere esposta alla luce della luna, lasciandola lì dal tramonto del 23 fino al mattino seguente;
  4. il giorno dopo occorrerà solo lavarsi mani e viso come per purificarci dal passato e affacciarci al futuro e alla gioia.

Ritengo che l’Acqua di San Giovanni sia una bella tradizione da tramandare, anche se sono passati tanti anni!

Giuliana Mele
Laureata in Lingue, Lettere e Culture comparate presso l’Università degli studi di Napoli “L’Orientale”. Con la danza nel cuore e nell’anima, resto affascinata da ogni forma d’arte. Divoratrice di libri e musica e da sempre appassionata di benessere, cosmetica bio e rimedi naturali.
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