Supermercato WeFood: vendere cibi scaduti fa bene
Quando andiamo al supermercato la prima cosa che facciamo quando acquistiamo un prodotto è leggere la data di scadenza sull’etichetta. Il nostro obiettivo è acquistare cibi non scaduti. Politica inversa è quella adottata in Danimarca da “WeFood“, il primo store che vende alimenti di scarto al pubblico, al 50 per cento del prezzo originale. È stato aperto pochi giorni fa a Copenhagen dall’associazione no profit Folkekirkens Nødhjælp. Ma come mai hanno pensato a vendere cibi scaduti? Quali conseguenze? Scopriamolo insieme.
Comprare cibi scaduti
L’idea di “WeFood” e nata da una «colletta» online su una piattaforma di crowdfunding: i proventi delle vendite andranno all’ente benefico DanChurchAid per sostenere programmi alimentari nei Paesi poveri. E chi ci lavora lo fa in modo volontario.
Si tratta di un’operazione per combattere gli sprechi alimentari. I prodotti del supermercato anche se scaduti sono ancora vendibili secondo le leggi danesi, ma in condizioni che ne ridurrebbero il normale valore commerciale.
L’idea è simile a quella italiana del Refrettorio ambrosiano aperto dalla Caritas a Milano dove si cucinava lo scarto avanzato dell’Expo e lo si donava alle famiglie bisognose della diocesi.
Ma chi acquista prodotti in “WeFood” per la lotta allo spreco e al risparmio quali rischi occorre?
Rischi
Secondo i nutrizionisti alcuni prodotti possono essere ancora consumati dopo la data di scadenza, bisogna regolarsi dall’etichetta. Questo vale per tutti quelli che hanno la dicitura ‘da consumarsi preferibilmente’.
Ne sono un esempio pane, pasta, biscotti, grissini, che possono essere consumati anche dopo basta che vengano conservati un un luogo fresco e asciutto,
Un discorso a parte è per i cibi freschi che hanno la dicitura sull’etichetta ‘da consumarsi entro’. Un esempio sonno le uova, yogurt, affettati in vaschetta, salmone, passate, salse e cibi in scatola.
Per le farine dipende se si aprono dopo la data di scadenza e non presentano insetti è possibile usarli. Di certo non consumarli dopo un mese dalla data di scadenza.
I succhi di frutta sono da abolire. Si irrancidiscono e assumono un sapore sgradevole per la presenza anche di conservanti.
Il supermercato durerà?
“WeFood” avrà sicuramente una vita abbastanza lunga e sarà sicuramente seguito da altre aperture europee. Il grande vantaggio è quello che oggi c’è una lotta al risparmio e questi supermercati giocano sulla psiche delle persone.
Un altro fattore è il personale di “WeFood” che lavora in modo volontario ma che a lungo andare subirà qualche riscontro non positivo.
Un fattore di rischio sarà quello che in una società come la nostra dove i cibi sono cambiati, non sono sicuri, hanno contenuti incerti e dannosi, conservanti e chi più ne ha più ne metta, giocare sulla scadenza non avrà un futuro semplice e prolifico. Staremo a vedere.