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Alla riscorperta della creatività con la Danzaterapia

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La danza in sé per sé considerata è innanzitutto un arte di grandissimo valore, per la sua difficoltà ma anche per l’estrema bellezza dal punto di vista estetico e coreografico in grado di regalare al suo pubblico.

Nel tempo sappiamo che tanti filoni di danza si sono sviluppati da quella classica a quella moderna ma sicuramente una delle nuove tendenze dei nostri giorni è rappresentata dalla cd. Danzaterapia ovvero un nuovo modo di intendere la danza rispetto ai criteri tradizionali; non necessariamente professionale ed atletica, perfezionista e di duro allenamento ma occasione di incontro terapeutico con se stessi e con gli altri, sessioni dunque aperte a chiunque voglia sperimentare un percorso emozionale che passa attraverso la comunicazione corporea libera, di grande importanza ad ogni stato e livello evolutivo della persona. Attraverso la creatività e l’improvvisazione dei movimenti si sviluppa infatti  la percezione del proprio sé, si riscopre e recupera l’unità del proprio corpo, si esprime la propria energia, le proprie emozioni, liberandole.

Aumentando la coscienza e la potenzialità espressive del corpo, spesso dimenticate, si ha un’integrazione profonda corpo-mente che aiuta in modo naturale a liberarsi dalle proprie barriere soggettive, culturali e sociali, tipiche della comunicazione verbale.

La Danzaterapia offre una vastissima area di applicazione, rivolgendosi a bambini, adolescenti, adulti e anziani, trovando dimensioni proprie nei processi educativi-emozionali-evolutivi, nella riabilitazione con persone che hanno difficoltà relazionali o psichiche, deficienze fisiche o sensoriali.

Il linguaggio del corpo, la comunicazione tra i corpi ancor prima delle parole è alla base di ogni relazione umana ed è una risorsa imprescindibile per affrontare sia casi di difficoltà o arretramenti verbali, logico-analitici ma anche per tutti coloro che sentono blocchi emozionali, rigidità posturali spesso riflesso di quelle mentali, timore del contatto con gli altri, eccessiva chiusura e timidezza che possono ostacolare un armonioso sviluppo della persona, delle sue interazioni con il mondo e in special modo con se stessa.

I blocchi emozionali conducono quasi sempre ad un’aridità creativa, a situazioni di immobilità. E’ anche questo ciò  che viene elaborato da ognuno nelle sessioni di gruppo, in modo soggettivo, innanzitutto esprimendosi a livello corporeo, la modalità più immediata che l’uomo conosce per natura.

La metodologia del lavoro chiede ad ogni partecipante di “concedersi”, riappropriandosi della propria identità, quella più profonda da cui nasce il miglioramento della comunicazione con se stessi, con gli altri e l’ambiente, aumentando così l’armonia tra lo spazio interno e nelle proiezioni che si hanno dello spazio esterno, degli altri.

Anche la voce è corpo, spiega Maria Fux, (danzatrice e coreografa argentina, la quale gestisce da anni incontri terapeutici nella città di Buenos Aires), la quale esorta i propri gruppi anche all’esplorazione dei suoni che abitano il corpo, a percepire, immaginare ed esprimersi con lo stesso, liberando creatività allo stato puro.

Le linee, i colori e le forme diventano strumenti non verbali di comunicazione con il sordo e il soggetto ipoacustico. Ognuno può esprimersi mediante il corpo, indipendentemente da qualsiasi limitazione fisica o mentale: un approccio pedagogico terapeutico di grande sensibilità e valore sociale, proprio come la danza vorrebbe.

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